Nelle carte geografiche Isgrò cancella tutti i toponimi non il profilo del territorio. Alla determinazione di un suolo si contrappone così l’indeterminazione di un luogo, che altro non è che la nostra cultura. Cancellare i nomi dalle carte geografiche equivale a sottrarle a uno stato di artificialità per ricondurle ad uno stato di natura. Nell’opera composta da dodici cartine di epoca prussiana, vera e propria dichiarazione di poetica, Isgrò conserva soltanto i nomi dei continenti per spiegare una sua ideale visione del mondo attraverso l’atto della cancellatura che è “una sorta di Weltanschauung che spiega più cose di quanto non dica.” [M.B.]
acrilico su tela montata su legno, 12 elementi
cm 900x300
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