A Sokcho, cittadina di pescatori vicina al confine settentrionale della Corea del Sud, la giovane Soo-ha lavora in una piccola pensione. È franco-coreana, ma non ha mai lasciato il Paese: il mondo le arriva solo attraverso i racconti degli altri. Quando alla pensione arriva Yan Kerrand, illustratore francese alla ricerca di ispirazione per il suo nuovo graphic novel, tra i due nasce un rapporto sottile, fatto di silenzi, piccoli gesti, attrazioni trattenute. Mentre l'artista tenta di superare un blocco creativo, Soo-ha si ritrova a rivivere, senza volerlo, le dinamiche sentimentali della madre, risucchiata in un ciclo di desideri e delusioni.
"A cosa serve il disegno? A dare forma alle proprie fantasie. Così almeno succede in Un inverno in Corea, un film sorprendente, malinconico, quasi timoroso nell’offrirsi allo spettatore: fragile verrebbe da aggiungere, ma di quella fragilità che rivela la sua bellezza solo che le si usi la delicatezza e il garbo che richiede". (Paolo Mereghetti)
