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dichiaro di essere Emilio Isgrò

MOSTRE



3 febbraio—11 maggio 2008

A cura di Marco Bazzini and Achille Bonito Oliva 

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informazioni

La grande retrospettiva dichiaro di essere Emilio Isgrò a cura di Marco Bazzini e Achille Bonito Oliva, allestita nelle sale espositive del Centro Pecci, ripercorre le tappe fondamentali dell'attività di Emilio Isgrò, artista, poeta e scrittore. Realizzata per l'occasione, Dichiaro di essere Emilio Isgrò, oltre ad essere l'opera che dà il titolo alla retrospettiva, è il grande lavoro (400x300 cm) che apre la mostra. La rassegna, concepita insieme allo stesso Emilio Isgrò, protagonista della scena artistica nazionale e internazionale del nostro tempo, è un percorso che tocca i diversi capitoli di una vivace attività creativa affermatasi sin dai primi anni '60. Il duello tra Emilio Isgrò e la parola va avanti da quasi mezzo secolo. Erano i primi anni '60 quando l'autore iniziava a realizzare le cancellature, opere eseguite intervenendo sui testi coprendone manualmente alcune parti. Le parole sono cancellate con un segno denso e delle pagine restano leggibili soltanto piccoli frammenti di frasi. Della cancellatura Isgrò dice: "Alle origini, probabilmente, essa non fu che un gesto: uno dei tanti gesti che gli artisti compivano un tempo per segnare di sé il percorso della vita e del mondo". E continua: "Essa mi si è di fatto trasformata tra le mani anno per anno, minuto per minuto, piegandosi meglio di quanto volessi o sperassi al mio desiderio d'artista".  Il cancellare è un gesto paradossale di distruzione e ricostruzione. Le parole non oltraggiate dalla cancellatura danno linfa a un nuovo messaggio portatore di significati essenziali: l'inutile è spazzato via. La cancellatura diviene la lingua inconfondibile di una ricerca artistica che, pur anticipando il concettuale, con il passare del tempo tende sempre più ad affermare una propria autonomia: ogni volta che l'artista si cimenterà con la pratica della cancellatura giungerà a risultati di diverso valore.  Insieme al concetto di cancellatura, centrale e costante nei lavori di Isgrò, è originaria la continua coesistenza tra le parole e le immagini. Le scritte dialogano con le immagini fotografiche, espedienti che diventano perni imprescindibili per comprendere l'opera. Elemento linguistico e percezione visiva interagiscono suggerendo una più profonda lettura dell'opera che va al di là del semplice impatto estetico: lo spettatore è indotto a una riflessione ideologica e interpretativa del soggetto. Con la poesia visiva il corpo dell'arte sale sul palcoscenico della pagina, luogo della rappresentazione poetica, in cui agiscono dimensione spaziale e temporale: ecco così l'artista, nel 1971, addentrarsi con Dichiaro di non essere Emilio Isgrò nel campo di competenza dell'immagine figurativa, sfiorando contemporaneamente pittura, scultura, performance, architettura, scenografia e teatro. 

Nella retrospettiva allestita presso il Centro Pecci i capitoli e le tematiche affrontate dall'artista ben si evincono nelle opere e installazioni storiche e di elevato valore. Tra le opere degli anni ’60: Titoli di giornale; Volkswagen; Cancellatura (Ideologia della sopravvivenza); Poesia Jacqueline; Attila; Paolo e Francesca; Anabasi; L'attacco isterico (Freud); Il Cristo cancellatore; Trittico del Vecchio Continente. Per gli anni '70: Enciclopedia Treccani; L'avventurosa vita di Emilio Isgrò nelle testimonianze di uomini di stato, artisti, scrittori, parlamentari, attori, parenti, familiari, amici, anonimi cittadini; Semibreve da Haydn; La Q di Hegel; Allende (e altri telex cancellati); Trittico della Rivoluzione; Particolare da Montale: Il presidente Mao dorme; Mao Fuma, Henricus Kissinger, ex; Bagnasco; Particolare da Andreotti; Chopin (installazione-partitura per 15 pianoforti).  Per gli anni '80: Biografia di uno scarafaggio; Cancellatura candida; L'Ora italiana; La Ciaccona; Johanna Juditha; Hans Bach; Fredda e senza schiuma. Per gli anni '90 e opere recenti: Dittico Antonello Dio; Il Dio di Mozart; Nero Caravaggio; Competition is competition; Fosforo Phosphorus; Weltanschauung e Mantra siciliano per madonne toscane.


Emilio Isgrò
Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, 1937. Vive e lavora a Milano   Emilio Isgrò, artista, romanziere, poeta e giornalista, ha fatto della cancellatura la propria... leggi tutto



Dove
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci

Viale della Repubblica, 277, Prato


Produzione

Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato



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