Il timido musicista di strada Bruno Stroszek, appena uscito di prigione, riallaccia un rapporto con Eva, prostituta maltrattata dal suo rozzo protettore. Lei aiuta lui ad allontanarsi dall'alcol e lui le dà un riparo, diventando però oggetto di vessazioni da parte del protettore di lei. Così, incoraggiati dal vecchio vicino di casa Scheitz che voleva da sempre andare a vivere da suo nipote in Wisconsin, Bruno ed Eva lasciano Berlino e provano l'avventura insieme nel "nuovo mondo". Le praterie del Wisconsin non sono molto più calorose della grigia Germania che hanno lasciato. Bruno lavora come meccanico, Eva come cameriera, e faticano a pagare il mutuo della grande casa/roulotte nella quale sono andati ad abitare. Così, molto presto, i sogni e le speranze sono infranti.
Ancora una volta, dopo il primo exploit de L’enigma di Kaspar Hauser, è Bruno S. (secondo “corpo” feticcio del regista, dopo l’amato-odiato Klaus Kinski) a dare anima ad un personaggio abnorme, la cui sola presenza grottesca riesce ad imporci un punto di vista “altro” su una realtà che, solo molto superficialmente, possiamo davvero credere di conoscere.
Ed è proprio attraverso gli occhi allucinati di questo personaggio e dei suoi compagni di viaggio, che gli altrimenti noti paesaggi del Winsconsin riescono a trasformarsi, sotto i nostri occhi, in una sorta di incubo metafisico nato da un disagio profondo, che resta indelebilmente piantato nella memoria dello spettatore.
The screening is part of the Werner Herzog: Signs of Life retrospective, organized in collaboration with Mabuse Cineclub.
